Laney IRT Studio – Recensione

by on Aprile 14, 2023 in Uncategorized

Con un look total black davvero intrigante, di costruzione molto robusta in metallo spazzolato che lascia intravedere le 2 EL84 al lavoro in Red Light, la Laney IRT Studio è senza dubbio per il sottoscritto uno strumento insostituibile.

15 Watt splittabili a 1 W totalmente valvolari e una versatilità che fa davvero la differenza.
3 canali + boost e riverbero attivabili separatamente.

Un suono aggressivo, adatto per Rock, Metal ma anche molto docile se utilizzato per jazz, pop, ambient, fusion.

Mantiene tutte le caratteristiche delle sorelle maggiori a livello di sound (vedi IRONHEART 60H oppure IRT 30-112 etc…), è dotata di carico fittizio con circuitazione dummy load che ci consente di evitare l’utilizzo della consueta cassa passiva anti-vicini.

Veniamo al dunque: il sound!

Clean molto trasparente, si percepiscono perfettamente le differenze tra un pick up e l’altro valorizzando le più piccole sfumature sonore di ogni singolo strumento.

Non distorce a volumi alti, seppur aumentando il gain potremmo entrare addirittura nell’Hendrix sound. Non un suono tipicamente fender ma davvero caldo e avvolgente.

 

Il canale Crunch ha davvero molta dinamica. A livelli bassi di gain  abbiamo un bellissimo blues sound. Sotto le dita è tutto un piacere, non ci sono sbavature o rumori sgradevoli nemmeno al massimo del gain.

I due canali hanno eq in comune, ma volumi e gain separati.

Il canale Lead è davvero incredibile. Le risposte al tocco sono davvero interessanti, nei legati poi la IRT dà il meglio di sé. Mai pastosa e confusionaria. Più compresso e carico di gain e sustain rispetto al Crunch. Ottima la scelta di mantenere molto simili le sonorità di questi ultimi due canali in termini di pasta sonora.

Riverbero ottimo seppur digitale.

Sezione Pre-Boost vincente, soprattutto se pensato come Add Channel. Sporca un po’ ma non intacca in alcun modo il sound.

Caratteristica della testata è la presenza dei potenziometri push-pull per scolpire ulteriormente il proprio suono. Basta tirare a sé i potenziometri (bass, treble, middle) per definire anche le più piccole sfumature.

Per chi come me adora il plug and play è davvero una manna dal cielo avere tutto sotto controllo con questo gioiellino.

Leggerissima e compatta, si difende bene anche a volume. Dunque riesce a tenere testa in sala prove o durante un live al più incallito dei batteristi? La risposta è SI, se accoppiata ad una 4X12 ancora meglio!

Lo switch è molto sensibile, seppur molto robusto sotto i piedi.

Sul retro tantissime funzioni.

Tengo a precisare che non sono un’amante del Re-Amping (come concetto intendo), ma capisco la grandissima comodità di questa funzione in fase di recording. Davvero rivoluzionaria. 2 segnali se collegata in USB, uno processato e uno totalmente Dry.

La mia è perennemente collegata alla mia DAW con cavo bilanciato e SIM di cassa attiva. Lavoro più sull’eq se dovesse servire. Attenzione a selezionare il -30 db sul retro se utilizzate come me questa configurazione in D.I.

Se poi una simulazione di cassa vi sembra un po’ poco, basta disattivarla e affidarsi a sistemi di SIM dedicati come Two Notes Torpedo Live o Mooer Radar Speaker Cab Simulator.

Qui sotto il download per il manuale d’istruzione in PDF.

Caratteristiche principali:

Potenza: 15W (2x EL84)
3 Canali: Clean, rhythm e lead con gain level indipendente
Clean booster regolabile e attivabile su ciascun canale
2 sezioni EQ a 3 bande: una comune ai canali clean e rhythm, una esclusivamente dedicata al canale lead
EQ con potenziometri push-pull con funzione ‘frequency-shift’
Controllo del tono
Riverbero
Funzione dynamics (speaker damping) regolabile
Ingresso Lo-Power 1W
Uscita con speaker simulator utilizzabile anche senza dover collegare una cassa
Presa USB record out per connessione diretta al computer e funzione re-amp
Dimensioni: 2U rack 19″
Ingresso MP3
FX loop seriale con selettore di impedenza Bypass/0db/-10db
Dimensioni: 428 x 88 x 285 mm
Peso: 5,5 kg

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